Etta Scotti è un “pittore che pensa”, direbbe Umberto Boccioni, una pittrice, per essere più esatti che ha allargato a dismisura il campo figurativo dell'intuizione estetica. Afferma questo difficile asserto Lei stessa nell'introduzione di una sua mostra con queste parole: «L'espressione artistica non ha limiti, né di mezzi, né di campi d'indagine». Ed è una tendenza, anzi un'ambizione della pittura d'oggi, di spaziare al di là della fisica, della metafisica e del surreale; di appartenere tutta al pensiero, d'essere immagine sensitiva, captata cioè dai nostri sensi, del fluire continuo ed inesorabile, come quello di un fiume, di quello che passa per la nostra mente.
La pittura di Etta Scotti esce così dalle normali intuizioni di spazio e di tempo,essendo memoria di un presente e sondaggio di un futuro che si compiono nelle dimensioni della pura fantasia. Il segreto allora di questa pittura sta nel toccare terra, incarnarsi, comunicare da lontano al nostro mondo il suo segreto alibi. A questo Etta Scotti riesce perfettamente per chi riesce a mettersi in sintonia: accordarsi con la giusta lunghezza d'onda.
Afferma questo incontro di pensiero anche lo “smemorato” Aligi di D'Annunzio quando percepisce nettamente una parola mai prima udita, ma sempre attesa con angoscia e letizia insieme:«Questa voce di qual mai lontananza venne perché l'udisse Aligi?».
Qui la critica d'arte sfuma nella letteratura. Ma per restare vicino ad Etta Scotti, noi dobbiamo penetrare nel mondo visivo da Lei proposto, che ha il candore dei sogni infantili, dove non esiste il peso dell'essere umano perché tutto fluttua in un'immagine di sogno. Né esiste un solo colore dominante, che ponga un limite con il suo potere violento: esso si compone piuttosto di una luce tra il rosa e l'azzurro e il viola in una gamma sensibilissima di toni cromatici che lasci vibrare la fantasia, la rende incandescente. Sta invece ben netta nello sfondo una indicazione geometrica di prospettiva, che tende ad allargare la nostra intuizione al di là delle porte comuni e dei suoi limiti in una risonanza di spazi che si perpetuano verso l'infinito.
Figure, colorazioni sapienti, richiami di altri spazi, velature, unità ben chiara di un mondo figurativo proiettato dalla mente, danno un fascino singolare a questa pittura e palesano l'apertura spirituale di chi l'ha creata.